E’ tempo di disvelamento, non credo ci siano dubbi su questo.
Non solo perché i tempi sono maturi, ma anche perché è ciò che sta di fatto accadendo.
E’ come un telo che viene lentamente sollevato e, laddove si credeva ci fosse una parete nuda, si scopre che c’è, in realtà, un affresco.
Per molti decenni, la nostra generazione e quelle che l’hanno preceduta, hanno accolto.
Hanno accolto una realtà sociale, economica, culturale, come la sola accettabile, se non come la sola possibile. Si direbbe che sia stato sempre piuttosto chiaro chi fosse il buono e chi il cattivo, dove stesse il bene e dove il male. Abbiamo recepito, e tramandato a nostra volta, un profilo storico nel quale la collocazione di giusto e sbagliato era globalmente condivisa. E il progresso era bene, la crescita economica a dismisura era bene; quindi era bene perseguirli ed era bene anche il modello sociale che vi si ispirava: chi perseguiva il successo era il buono, perché lavorava per il benessere di tutti, l’ambizioso arrivista era un esempio da emulare.
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